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MATERIALE DIDATTICO compreso nei costi del Corso di Naturopatia
Polo Formativo Umanitas

Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI)


Docente: Naturopata Fabrizio Venturi

 

modulo formativo in Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI)

La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) è il metodo che studia con metodiche
scientifiche il rapporto tra psiche, emozioni, sistema endocrino, sistema immunitario, stati di coscienza e le loro mediazioni chimiche, al fine di sviluppare la conoscenza dei collegamenti e dei sinergismi funzionali nella fisiologia umana. Sebbene la loro fusione in una sola parola (PNEI) può evidenziare l’esistenza di una connessione fra queste parti, in realtà, si tratta di una connessione che gran parte della nostra cultura considera ancora oggi inverosimile. Questa nuova disciplina cerca infatti di spiegare come una emozione possa determinare cambiamenti nel corpo fisico e come, viceversa, una alterata condizione organica possa determinare modificazioni a livello emotivo e quindi cerebrale.

E’ accertato , infatti, che ci sono collegamenti immediati tra i vari sistemi organici. Per molti di noi e senza dubbio per la maggior parte degli esponenti del mondo della medicina, accostare troppo la mente al corpo, significa mettere in dubbio la legittimità di una particolare malattia, insinuando che possa essere immaginaria, non reale, non scientifica. Se i contenuti psichici all’interno dello stato di salute o nello stato di malattia fisica sono visti con sospetto, l’idea che l’anima (traduzione letterale della parola psiche) possa contare qualcosa soprattutto nello stato di malattia, viene giudicata addirittura assurda.

D’altro canto, il dogma di corpo e psiche separati, fa parte di accordi fra poteri religiosi e poteri temporali. Alla fine del 600, l’allora scienziato René Descartes, ovvero Cartesio, filosofo e padre fondatore della medicina moderna, fu costretto ad accettare un accordo di competenze, con il papa, allo scopo di ottenere i cadaveri umani che gli servivano per la dissezione. Cartesio accettò di non occuparsi dell’anima (Psiche), della mente e delle emozioni, tutti aspetti dell’esperienza umana, che a quel tempo erano sotto l’esclusivo potere ecclesiale, a patto di poter rivendicare per sé il mondo del corpo fisico.

Purtroppo, attraverso tale patto si é sviluppato l’orientamento della scienza occidentale nei due secoli successivi, dividendo l’esperienza umana in due sfere distinte e separate, che non avrebbero mai dovuto sovrapporsi, creando i presupposti di squilibrio che caratterizza la scienza ufficiale cosi come la conosciamo oggi. Per fortuna o per naturale senso dell’evoluzione della vita, tutto questo ormai sta cambiando. Un numero sempre maggiore di ricercatori in ambito scientifico, riconosce che siamo nel pieno di un grande cambiamento di paradigma, che comporta ripercussioni enormi sul modo in cui si affronta il problema della salute e della malattia. L’era cartesiana, cosi come il pensiero filosofico occidentale dai tempi di Cartesio in poi, é stata dominata dalla metodologia riduzionista, che tenta di interpretare la realtà esaminandone i frammenti più minuti ed estrapolandone poi i dati per formulare congetture che abbracciano il tutto.

Attraverso questo processo di cambiamento, sempre di più si evidenzia il fatto che in sostanza tutte le malattie, anche quando non hanno una base psicosomatica, presentano senza dubbio una componente psicosomatica ben precisa, utile al fine di ricostruire gli eventi causali della malattia stessa per poterne fare un uso o percorso terapeutico adatto all’individuo stesso. Le recenti scoperte scientifiche hanno consentito di analizzare le basi molecolari delle emozioni, e cosi è stato possibile capire in che modo le molecole delle nostre emozioni sono connesse in modo integrato e spesso in modo inscindibile, alla fisiologia. E’ affascinante notare come molti proverbi o un detto popolare, molto spesso possono essere il contenitore metaforico, di una realtà che oggi può esser letta anche in chiave scientifica; ma non solo, molto spesso, ai detti e ai proverbi, seguivano dei trattamenti o dei rituali che spesso risultavano utili per la guarigione del “male”. La possibilità che ci si possa ammalare per qualche dispiacere, oppure che l'amore o una gioia profonda possano guarirci da malanni, anche questo fa parte del sapere comune.

Fortunatamente si sta diffondendo questo nuovo approccio scientifico, che cerca di collegare in un tutt'uno funzionale, le varie parti studiate sin nelle più piccole espressioni vitali quali possono essere atomi, molecole, tessuti, organi, funzioni ecc. ecc.. In realtà, c’è sempre stato chi ha cercato, anche nel passato, di leggere lo stato di salute o malattia in modo integrato; per citare alcuni fra i più recenti e/o più noti: S. Haneman fondatore dell’omeopatia H.H. Rekeweg fondatore dell’omotossicologia, R. Ader primi approcci psicosomatici applicati a malattie considerate esclusivamente organiche, H.Selye scopritore della sindrome da disadattamento, G. Hamer fondatore della medicina “nuova medicina germanica”, ecc...

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